Un cammino su e giù per i colli gentili su cui è stata costruita Roma: salirvi non è impegnativo e offre la possibilità di conoscere meglio la storia e di ammirare i panorami della Città eterna
Domenica 14 febbraio, in collaborazione con RR Trek, lo staff di RomaCammina ha ideato un vero e proprio trek urbano per scoprire la città attraverso i suoi luoghi simbolo, le sue leggende e per un allenamento in cammino salendo e scendendo dai 7 colli che sembrano disegnare tre lunghe dita di una mano a est del Tevere.
Informazioni
appuntamento
ore 10.00
di fronte al roseto comunale
piazzale Ugo La Malfa
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staff
Alessandra (338.3664726)
Donatella (347.4447631)
Sabrina (347.7065221)
durata
intera mattinata
costo
5,00 € per i soci
10,00 € per i non soci (comprensivi della copertura assicurativa giornaliera)
difficoltà media
percorso ad anello di circa 11 km in ambito urbano con sali scendi
Aventino
Diviso in “piccolo” e “grande” per la differenza delle due alture di cui è composto, ha pendici che arrivano a sfiorare il Tevere; un tempo erano ricoperte di mirti (donde l’antico nome Mons Murcius). La tradizione lo lega alla leggenda della fondazione di Roma, identificandolo come il luogo ove Remo prese gli auspici dagli uccelli (aves) di contro alla scelta del Palatino operata da Romolo.
Celio
Dal nome di Celio Vibenna, condottiero etrusco venuto in aiuto al re romano Servio Tullio: è forse il meno conosciuto tra i sette colli. Si eleva a sud-ovest della valle del Colosseo e si presenta oggi come area verde, silenziosa, poco abitata.
In epoca antica era una zona residenziale con boschi, laghetti e cascate, e vi furono costruite case lussuose.
Esquilino
La regione esquilina è la più alta ed estesa dell’Urbe. Costituito da tre sommità (Settimia, Crispia e Oppia), il colle ebbe a lungo cattiva fama a memoria dei tempi più remoti, quando la zona – densamente abitata ma periferica – era malsana e destinata a necropoli per schiavi e prostitute. Orazio lo cantava come terra delle streghe: qui le fattucchiere abitavano, coltivavano le erbe magiche e praticavano i sortilegi.
Viminale
Annesso alla città dal re Servio Tullio, questo piccolo colle dai confini incerti era separato dall’attiguo Quirinale dal vicus longus, che collegava i due quartieri alti con la bassa, plebea e malfamata Suburra (sub urbe), caratterizzata da insulae vicinissime l‘una all’altra. Nella sommità era un quartiere residenziale, con vigne e orti, quasi privo di santuari e monumenti pubblici.
Quirinale
Secondo la leggenda sul Quirinale, il più alto dei colli, si trovava un piccolo villaggio dei Sabini, dove il re Tito Tazio sarebbe vissuto dopo la pace con i Romani. Quirino era il dio unitario delle città sabine.
Fu sede soprattutto di edifici sacri (come l’antico santuario del Capitolium Vetus dedicato alla triade capitolina, Giove, Giunone e Minerva, e il più tardo gigantesco tempio di Serapide).
Campidoglio
Pur essendo il più basso e il meno esteso dei sette colli è il più ricco di riferimenti storici: luogo sacro e acropoli del potere.
Vi è legato, nei miti fondativi, il racconto della presa della rocca ad opera dei Sabini che, guidati da Tito Tazio, attaccarono Roma per vendicarsi del cosiddetto ratto delle loro donne e li impegnarono in una guerra che terminò solo grazie all’intervento delle rapite, ormai spose e madri di romani.
Palatino
Là dove tutto ebbe inizio.
Isolato dagli altri colli, in posizione centrale e prossima al Tevere, il Cermalus è il luogo più antico: qui fu fondata la città.
Un tempo era collegato al retrostante Esquilino tramite il colle della Velia. Qui visse, secondo la leggenda, la lupa che allattò Romolo e Remo e infatti qui si celebravano in febbraio i Lupercali, riti di propiziazione e di fertilità.
Lo staff, responsabile delle varie proposte, fornirà tutte le indicazioni necessarie e si riserva la possibilità di non ammettere alla camminata chi non sia in possesso dell’equipaggiamento adeguato.