30 aprile – RomaCamminArte e l’Ara della Regina

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TARQUINIA

e l'anello dell'Ara Regina

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e la civiltà etrusca di Tarkna

Domenica 30 aprile riprendiamo RomaCamminArte con un itinerario affascinante che attraversa la storia ed il paesaggio, con il mare stagliato all’orizzonte, immergendoci nella civiltà etrusca di Tarkna (in latino Tarquinii) la città più famosa e fiorente fra le dodici città federate dell’Etruria. Luoghi che hanno dato un grande contributo a Roma, grazie ai due Re Tarquinio Prisco e Tarquinio il Superbo di origini tarquiniesi, come le maestranze che eseguirono le grandiose opere romane come la Cloaca Maxima, il Tempio di Giove Capitolino, gli Acquedotti.

La partenza è dal parco delle Mura, dove si può ammirare la cinta muraria. Varcata la Porta Tarquinia potremmo ammirare e visitare la Chiesa di San Francesco edificata tra la fine del sec. XIII e l’inizio del XIV, sembra in seguito ad un miracolo di S. Francesco, nei pressi del luogo in cui sorgeva un oratorio dedicato alla Trinità, per poi arrivare rapidamente in piazza Giacomo Matteotti caratterizzata da una pavimentazione (“occhio del mondo”) che il noto artista cileno Sebastian Matta ha realizzato ispirandosi al disegno michelangiolesco del Campidoglio; qui il bel Palazzo Comunale con la fontana monumentale. Una breve sosta in una nota pasticceria locale per poi, percorrendo l’alberata Dante Alighieri, affacciarsi sulla Valle del Fiume Marta che separa proprio il colle della città medievale dai pianori contigui di Pian della Civita e di Pian della Regina dove svettava la grande mole del tempio dell’Ara della Regina meta del nostro cammino.

Si varca la Porta Farnese e pian piano si scende nella valle immersa nel verde dei campi e degli olivi con le moli degli edifici dell’Olitar e dell’ex Polveriera lungo la Valle del  Marta (destinate alla produzione di concimi ed esplosivi) seguendo il percorso che porta a Monteromano. L’ascesa ai pianori attraverso una strada scolpita nel macco immersa nella macchia mediterranea ci porta in quota a 170 mt e qui si libera lo sguardo verso l’orizzonte, tra la rupe di Tarquinia ed il mare. Visiteremo l’area con il punto detto Porta Romanelli (dal nome dell’archeologo che tanto ha dedicato alla ricerca ed agli scavi) e il podio del tempio dell’ara della Regina dove il Romanelli scoprì i famosi “cavalli alati” simbolo di Tarquinia.

Dopo una pausa per rifocillarci e godere del panorama riprendiamo il percorso del rientro incontrando il sito della “Castellina” e campi fioriti, di fave, colza e borraggine Poi si scorge di nuovo Corneto con la rupe e la chiesa di San Giacomo arroccata sul bordo, poi la Fontana Nova e l’ingresso in città da Porta Castello con la meravigliosa Chiesa di Santa Maria di Castello nel punto dove nell’VIII secolo è sorto il primo nucleo abitato.

Dopo la pausa ristoro, un giro ancora per ammirare l’armonia del luogo tra chiese, torri, campanili, case gentilizie, archi, logge e piazze.  Tra questi il curioso Palazzo Vitelleschi edificio metà in stile cinquecentesco e metà in stile medievale sede del Museo archeologico nazionale di Tarquinia che custodisce i magnifici Cavalli alati.

Infine, prima del rientro, un salto al Lido di Tarquinia, località Porto Clementino, sul preesistente antico porto di Gravisca, divenuto poi colonia marittima romana.

Qui inizia anche la riserva naturale di Saline di Tarquinia utilizzate dagli Etruschi e dai Romani.

informazioni

ore 9.00
Tarquinia (parcheggio di Via Oberdan)
clicca sul logo per accedere alla mappa
Donatella - 347.4447631
Alessandra - 3383664726
Staff
10,00 €
Costo
intera giornata
pranzo al sacco
Durata
difficoltà media
percorso ad anello di circa 15 km con 300 mt di dislivello
Difficoltà media

l'antica Corneto

Tarquinia un tempo si chiamava Corneto a causa della presenza di boschi di corniolo nella campagna circostante.
Dopo l’unità d’Italia venne aggiunto al nome Corneto quello regale dell’antichissima Tarquinia etrusca, sorta e vissuta sul colle retrostante, lontano dal sito della medievale cittadina.
Risale al 1922 l’ultimo e definitivo cambiamento da “Corneto – Tarquinia” a, soltanto, “Tarquinia” in onore degli avi etruschi.

Le Mura

Il sistema difensivo di Tarquinia, perfettamente conservato e visibile intorno all’abitato, risale al periodo medievale ed è una delle ricchezze artistiche che la città offre ai suoi visitatori.
La cinta muraria è in conci di macco disposti in corsi orizzontali legati con calce, sabbia e pozzolana. Presenta una serie di torri d’avvistamento che si ritrovano anche all’interno del circuito.

I Cavalli Alati

Un altorilievo costituito da una coppia di cavalli alati di profilo, scalpitanti, aggiogati ad una biga, della quale resta solo uno spezzone del timone, che doveva essere raffigurata su una seconda lastra posta alla destra di quella con i cavalli alati. Il gruppo, arricchito dai colori rosso, bruno, crema, era utilizzato come rivestimento del mutulo di sinistra del Tempio dell'”Ara della Regina”, il quale, a sua volta, sorse intorno al secolo IV a.C. in sostituzione di un tempio arcaico.

Il porto di Gravisca

Con il nome Graviscae era indicato, in età romana, il porto di Tarquinia situato, tra i fiumi Marta e Mignone, sulla sponda settentrionale di una laguna, nell’attuale area delle Saline; quest’area era particolarmente adatta ad ospitare un porto per la ricchezza di acqua potabile, necessaria per rifornire le imbarcazioni prima della partenza, e per le caratteristiche morfologiche, capaci di rendere sicuro l’approdo.

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