DOMENICA 9 OTTOBRE
RomaCammina aderisce per la prima volta al Tevere Day, la più grande festa dedicata al biondo fiume, proponendo una camminata di circa 12 km che, oltre ad alcuni punti del fiume, si muoverà tra “mostre d’acqua”, acquedotti, porti, idrometri, nasoni e “manine”.
Partiremo dallo Scalo del Pinedo per attraversare, con un itinerario ad anello, la città alla ricerca di tutti quei punti in cui il Tevere ha lasciato tracce di sé in luoghi anche inaspettati e imprevisti.
Informazioni
appuntamento
ore 10.00
scalo del Pinedo
(cerca la bandiera di RomaCammina)
CLICCA sull'icona per visualizzare la mappa
staff
Alessandra (338.3664726)
Donatella (347.4447631)
Sabrina (347.7065221)
durata
intera mattinata
(camminata ad anello con partenza e arrivo allo Scalo del Pinedo)
costo
gratuito per i SOCI di RomaCammina
5,00 € per i NON SOCI (compresa la copertura assicurativa giornaliera)
difficoltà facile
percorso di circa 12 km in ambito urbano
verifica sempre le caratteristiche e le descrizioni dei vari livelli di difficoltà
(clicca sull'icona)
attività in collaborazione
con l'Associazione Tevere Day
nell'ambito della Giornata nazionale del Camminare patrocinata da FederTrek
La mappa è puramente indicativa
ATTIVITÀ APERTA
AI SOCI E NON SOCI
(è prevista la copertura assicurativa giornaliera)
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REGINA AQUARUM
Roma sull’acqua è stata fondata e per il controllo dell’acqua è stata immaginata la sua espansione.
Il fiume fu sufficiente a dissetare per secoli una città in continua espansione, al cui cosmopolitismo concorse la navigabilità che portava merci e viaggiatori. Quasi tutto ciò che era necessario alla vita e allo sviluppo di Roma arrivava – dal mare o dall’entroterra – sulle sue sponde: solo l’avvento della ferrovia a metà ‘800 mise in crisi il ruolo della via fluviale.
Le Mostre d'acqua e gli Acquedotti
In tutto il territorio dell’impero romano furono costruiti 200 acquedotti, 11 dei quali nella sola Roma; nei punti finali veniva innalzata una fontana monumentale, detta “mostra”
poiché rappresentava l’esposizione al pubblico delle limpide acque portate da lontane sorgenti per mezzo dell’ingegno dei costruttori e ideatori delle grandi imprese idraulico-edilizie.
Erano vere e proprie fonti dove bere o attingere l’acqua ma anche monumenti di grande bellezza.
I "nasoni"
Si sa che per combattere il caldo è necessario bere spesso e che in generale è utile idratare il nostro corpo. Ci si premunisce andando in giro con bottiglie d’acqua minerale, ma a Roma non ce n’è bisogno.
La città riserva ai suoi visitatori una rarità mondiale, le 2.500 fontanelle pubbliche: ottima acqua fresca e gratuita (è “l’acqua der sindaco”) per dissetare i cittadini
Le "manine"
Per volere dei Papi, a cominciare dal 1180 le inondazioni del fiume
vennero ricordate segnando il livello raggiunto dalle acque di piena con l’apporre delle lapidi-ricordo in marmo o in pietra sulle costruzioni
poste nei pressi del fiume.
Furono dette “manine”, in quanto spesso l’altezza delle acque veniva marcata da una mano con l’indice proteso. Sommando le varie fonti e testimonianze si sono contate ben 122 targhe.
Gli idrometri
A Roma esistono numerosi idrometri (scale graduate affisse a un muro) lungo le rampe che scendono al fiume e persino in edifici privati, come palazzo Corsini o il convento degli Agostiniani in via del Corso. Sono formati da segmenti posizionati ad altezze diverse, su cui vengono riportati i livelli raggiunti dalle piene e le date delle inondazioni.
Lo staff, responsabile delle varie proposte, fornirà tutte le indicazioni necessarie e si riserva la possibilità di non ammettere alla camminata chi non sia in possesso dell’equipaggiamento adeguato.